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Racconti del birraioAurora, la Blonde Ale della ricostruzione

16 Aprile 2021

Enrico il birraio racconta come è nata la nostra blonde ale

Vi ricordate il viaggio del 2007 che vi abbiamo raccontato? Un anno dopo quel camper, almeno idealmente, proseguì la sua avventura. Dopo il primo anno di produzione avevamo voglia di continuare a scoprire i profumi e i gusti che l’esperienza in Belgio aveva ancora da offrirci. Ben presto mi trovai con alcuni amici a brassare, dal francese o meglio, dal belga brasser: “fare la birra”. All’epoca il birrificio era ancora alla corte rurale Orsetta Vecchia, poco distante dal luogo in cui si trova adesso.
Il 2008 volgeva al termine, era freddo e per coprire il rumore del riscaldamento tenevo l’autoradio a tutto volume, era il momento di Ben Harper con Shimmer Shine e di Lady Gaga con Paparazzi. In quei mesi i miei pensieri erano tutti per lei, bionda, nuova e fresca: la nostra blonde ale stava nascendo e non vedevamo l’ora di conoscerla. Una birra chiara, leggermente amara e solitamente speziata con scorza d’arancio e coriandolo.Aurora birra anno 2010Noi però, una birra speziata l’avevamo già, così decidemmo di sottrarre per aggiungere; togliemmo le spezie per lasciare spazio al luppolo agrumato che aveva dato inizio alla Craft Beer Revolution negli Stati Uniti, il mitico Cascade! Non sapevamo che il luppolo “cascata” sarebbe passato alla storia come il più coltivato oltreoceano. La nostra Blonde, così l’avevamo chiamata, fu lanciata nel tepore primaverile del 2009, il riscaldamento spento e i volumi più bassi erano solo la calma prima della tempesta. Quell’estate, infatti, la ricordo come une delle più belle, intense e deliranti della mia vita. In quei mesi partecipammo a molte fiere e dalle nostre spine uscivano vere e proprie cascate di Blonde, fino all’edizione di Birra dell’Anno 2010, quando riuscimmo ad ottenere un secondo posto, il nostro primo piazzamento. È difficile descrivere l’emozione e cosa significò per noi ma vi basti immaginare che il momento in cui siamo stati nominati fu come vincere un oscar!

 

La ricostruzione e l’Aurora oggi

Tondo spina auroraDue anni dopo, l’evento cruciale che non dimenticherò mai e che segnò la storia di questa birra e del birrificio Vecchia Orsa. Il 20 maggio 2012 alle ore 4:04 la terra sotto i nostri fermentatori tremò. Tremò forte. Vecchia Orsa ha trovato a San Giovanni in Persiceto la forza per ricominciare e per migliorarsi. Quell’anno la Blonde fu la nostra birra più venduta e continuammo a produrla grazie all’ospitalità degli amici del birrificio Amarcord.

Per celebrare la ricostruzione del birrificio e la rinascita di una terra intera scegliemmo il nome Aurora, la birra che tra i vari sentori ha saputo infondere speranza, passione e la motivazione per continuare a produrre ciò che amiamo, anche nel momento più buio. Oggi l’Aurora è sempre la stessa: una blonde ale leggermente agrumata caratterizzata da un bouquet di luppoli dalle note fruttate ed erbacee. Chiara, fresca e con un amaro equilibrato.

Illustrazioni: Eva Ciarlantini e Andrea Niccolai
Articolo a cura di Michele Cattani tratto dalla storia vera di Enrico Govoni

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