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Racconti del birraioFabula, la belgian ale con il lieto fine

19 Marzo 2021

Enrico il birraio racconta come è nata la nostra belgian ale

Quell’estate cercavo un volo per il Paese in cui tutti i birrai e gli amanti della birra si recano in pellegrinaggio almeno una volta nella vita, il Belgio. In quei mesi avevamo letto di così tanti birrifici che era un po’ come se ci fossimo già stati ma questa volta eravamo decisi a racimolare un po’ di verdoni e andarci davvero. Correva il giugno 2007 e al primo incontro per organizzare il viaggio ci rendemmo subito conto che ogni euro speso per il viaggio sarebbe stato sottratto alla birra, così prese vita un colossale piano finanziario che il Piano Marshall a confronto è una lista della spesa infrasettimanale. In cima alle priorità c’era lei, rossa o bionda non aveva importanza. Bisognava prendere una decisione alla svelta, i giorni scorrevano veloci e i prezzi aumentavano. Poi all’improvviso il colpo di genio: “Si può fare!!”

Due mesi dopo correva l’agosto 2007 e in sottofondo una compilation con Emotive dei A Perfect Circle i Tool, Marta sui Tubi e Molteni. Dal finestrino non vedevamo il mondo dall’alto e nessuna hostess o steward ci aveva indicato quali fossero le uscite di sicurezza perché eravamo tutti seduti sui sedili di un camper. Da San Giovanni in Persiceto iniziò il viaggio in direzione Belgio passando per Zurigo. In quelle due settimane, birrificio dopo birrificio e birra dopo birra, birra dopo birra, birra dopo birra, birra dopo birra, ecc, qualcuno giurava che un giorno si sarebbe trasferito. Eravamo nell’olimpo dei birrai! Dagli enormi birrifici ai garage adibiti a microbirrifici fino alle abbazie dove i monaci benedettini sfrecciano sui muletti, spostano sacchi di malto e casse di birra. Una favola che diventava realtà!

I 15 giorni di pasti frugali a base di sughi pronti e scatolette, a discapito dell’ottima carne di Blu Belga scoperta negli ultimi giorni del tour, erano serviti a qualcosa e i gavoni del camper erano colmi di casse di birre. Durante il viaggio di ritorno a San Giovanni in Persiceto ci fermammo a Berlino poi a Monaco di Baviera ma non riuscivo a smettere di pensare a quella rossa che mi aveva rapito il cuore.

La Fabula oggi e il progetto di inserimento lavorativo

Bozzetto FabulaAl nostro ritorno iniziarono i primi esperimenti e tentativi in casa per trovare la giusta ricetta di quella birra rossa che si sarebbe aggiunta alla nostra linea di produzione. Oggi la Fabula è immutata dal 2008: una belgian ale ambrata con note di frutta rossa, frutti di bosco, ciliegia e sentori di biscotto e caramello conferiti dai malti tostati.

Tondo spina Fabula

 Al gusto la Fabula è poco amara, riprende i sentori tostati di caramello per chiudere con un leggero fruttato e una secchezza che richiama subito un’altra bevuta; ottima da abbinare a carne di manzo e formaggi. Da quell’indimenticabile viaggio in camper tra paesaggi da favola e da quel colore ambrato come Cappuccetto Rosso è nato il nome della nostra belgian ale, ripreso dalla locuzione scherzosa lupulus in fabula. Come tutte le favole, anche la nostra ha un lieto fine: tra i fusti del birrificio portiamo avanti con Arca di Noè la nostra mission sociale. Rivendichiamo una condizione sociale delle persone disabili dignitosa e attiva attraverso il lavoro e la partecipazione nelle varie fasi produttive della birra.

Illustrazioni: Eva Ciarlantini e Andrea Niccolai
Articolo a cura di Michele Cattani tratto dalla storia vera di Enrico Govoni

 

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